venerdì 28 ottobre 2011

Pensioni di anzianita. Il finto allarme di governo e Confindustria

Così si va in pensione in molti paesi europei con 480 mesi o 160 trimestri di anzianità. Che sempre 40 anni sono


La pensione di anzianità esiste in mezza Europa. Smettiamola di farci prendere in giro. C’è qualcosa che non quadra in questo accanimento chirurgico contro le pensioni italiane.

giovedì 20 ottobre 2011

Tarda l’accordo franco-tedesco. Eurozona ancora in difficoltà

In un momento dominato dall’incertezza ed il futuro della Grecia appeso ad un filo si chiude con un nulla di fatto un altro giorno di trattativa tra Parigi e Berlino.

mercoledì 19 ottobre 2011

L’Europa ancora sotto il fuoco delle agenzie di rating

E ad andare sotto la scure del taglio del rating del proprio debito sovrano stavolta è la Spagna, mentre ad impugnarla quella scure ci si è messa l’agenzia Moody’s che ha declassato il giudizio sulla solvibilità di Madrid di due tacche, passandolo da "Aa2" a "A1", e con out look negativo ovvero  con l'indicazione di un possibile ulteriore ribasso a medio termine.

martedì 18 ottobre 2011

Crisi. Moody’a mette nel mirino la Francia

Il problema in Europa era e resta il contagio, ovvero la possibilità che la caduta di un paese trascini all’inferno tutti i suoi partner, forti e meno forti. A cominciare dall’Italia e via via fino alla Francia, seconda maggiore economia dell'unione valutaria.
Questa la riflessione che spinge Moody’s ad annunciare, nella tarda serata di ieri, che nei mesi a venire terrà sotto esame le prospettive stabili che continua ad assegnare al rating del paese.
Il rating dei cugini d’oltralpe non è, al momento, in discussione e resta fermo sul gradino più alto, la prestigiosa tripla A, ma al termine di questa fase di osservazione si potrebbe arrivare anche ad un declassamento del rating. Ipotesi che da settimane ha giustamente creato apprensione tra le autorità transalpine soprattutto per i risvolti in termini di maggior costo del debito derivante da un peggioramento del rating.
E’ bastato infatti questo annuncio per innescare reazioni immediate sui mercati dei titoli di Stato, facendo allargare il differenziale (spread) di rendimento tra quelli della Francia e quelli della Germania. Lo spread tra i titoli decennali francesi e tedeschi ha infatti  sfondato i 100 punti base, o 1 punto percentuale per la prima volta.  L’incremento dello spread è dovuto principalmente ad una nuova ondata di acquisti sui bond della Germania, che ne ha schiacciato i rendimenti portandoli, per la scadenza decennale a poco più del 2 per cento, mentre i titoli con pari scadenza francese rendono circa il 3,10 per cento.
Suona di nuovo l’allarme sui titoli italiani con uno spread che arriva di nuovo oltre i 380 punti base ed un rendimento che sfiora il 6 per cento.
Per un confronto lo spread del Belgio viaggia a 245 punti e quello della Spagna del dimissionario Zapatero, a 332 punti base


Amerigo Rivieccio

lunedì 17 ottobre 2011

Costruirsi una pensione integrativa - Capitolo 2 – Se ne hai, di chi sono i tuoi soldi?

Prestatemi la vostra macchina. Per 20 anni. Io farò il pieno e il cambio dell’olio e per tutto questo servizio mi accontento di un piccolo pagamento di pochi euro. Diciamo che mi pagherete 10 euro al mese per 20 anni per potermi prestare la vostra macchina, più 500 di penale se per caso l’auto vi serve e ve la volete riprendere.
Se vi sembra così assurda questa proposta avete mai pensato al fatto che con i vostri soldi vi comportate esattamente in questo modo?

venerdì 14 ottobre 2011

E’ tempo di eretici

Dopo la stentata fiducia che il Governo ha raccolto in aula oggi si comincerà, con ogni probabilità, a ragionare della manovra prossima ventura.

Pensioni dei parlamentari. Si sta risparmiando sulla democrazia?

Che sui risparmi si debba ragionare, che non si possa procedere a tagli indiscriminati operati con il falcetto dovrebbe essere norma di buon senso. Anche perché a volte capita che per risparmiare qualche soldo si distruggano dei pilastri della democrazia.

giovedì 13 ottobre 2011

La Bce annuncia una nuova manovra in Italia

Sarà anche stato detto in uno strano dialetto finanziarese ma la sostanza delle affermazioni contenute nel bollettino mensile della Bce lasciano presagire un nuovo intervento da parte del nostro governo.
L’istituto di Francoforte fa infatti appello a tutti i paesi "particolarmente vulnerabili" alle tensioni dei mercati, e di questi tempi pochi sono i paesi più vulnerabili del nostro.

mercoledì 12 ottobre 2011

La Slovacchia dice no

Il temuto no del Parlamento di Bratislava è arrivato. Il Parlamento slovacco ha infatti respinto nella serata di ieri la ratifica del Fondo salva-Stati. Una decisione che potrebbe portare ad un aggravamento della crisi del debito nell'Eurozona, poiché per far diventare attivo il nuovo  Efsf potenziato  è necessaria l'unanimità dei paesi dell'Eurozona.

Costruirsi una pensione integrativa - Capitolo 1

Piccolo manuale per la costruzione di un pensionamento migliore


Capitolo 1 - Perché farlo?

E soprattutto la domanda più interessante, perché farlo ora?
Sul perché farlo c’è poco da dire, il tenore di vita dei futuri pensionati si baserà su tre pilastri. La pensione

martedì 11 ottobre 2011

Trichet e la Slovacchia. E’ ancora allarme

Dal presidente uscente della Banca Centrale Europea, poltrona che sarà presto occupata da Mario Draghi, è arrivato oggi un duro monito.
Jean Claude Trichet, intervenendo al Parlamento Europeo, ha infatti affermato di ritenere che ormai la crisi sia di sistema e debba essere affrontata in maniera determinata.

mercoledì 5 ottobre 2011

Moody’s taglia di tre gradini il rating italiano. E adesso?

La decisione era platealmente attesa, l’agenzia di rating Moody's ha tagliato nel cuore della notte il rating sul debito sovrano dell'Italia a 'A2' da 'Aa2'; ovvero di tre gradini sotto Aa2 ci sono infatti Aa3 A1 e poi A2. Tanto per chiarire che l’agenzia non scherza viene comunque mantenuto un l'outlook negativo in vista di possibili ulteriori declassamenti.

martedì 4 ottobre 2011

Crisi. Quanto ci costa risparmiare sugli aiuti

Torna alla ribalta il dossier Grecia e trascina nell’inferno della crisi anche la Dexia, grossa banca franco-belga-lussemburghese. Il braccio di ferro tra la trimurti, la troika dei tecnici di Commissione europea, Bce e Fondo monetario internazionale, che continua a fare richieste sempre più pressanti ed il premier greco George Papandreou si sta facendo sempre più serrato. Dopo l’annuncio dello scorso week end da parte di Atene, che ha avvertito che a causa della gravità della recessione economica non sarà in grado di centrare pienamente gli obiettivi di risanamento dei conti su 2011 e 2012, e visto che le misure già adottate dalla Grecia stanno avendo un tale effetto depressivo sull’economia ellenica da contribuire in misura molto inferiore al risanamento di quanto qualcuno s’attendesse, oggi il governo greco ha annunciato che non accederà alle richieste della troika, che ha chiesto di rivedere i contratti collettivi nazionali nel settore privato, in particolare per abolire i livelli di salario minimi. Sulla questione il premier avrebbe dichiarato che si rifiuta di trasformare il suo paese nell’India d’Europa.
Tale riduzione dei diritti dei lavoratori avrebbe come contropartita l’erogazione della ulteriore tranche di finanziamento da 8 miliardi di euro, senza la quale il paese avrebbe fondi per onorare i propri impegni, pensioni e stipendi, fino alla metà di novembre.
Ma sul ritardo nella emissione degli aiuti, la posizione dura della troika deprime i mercati finanziari che temono di veder lievitare i costi per le banche nel salvataggio della Grecia.
La prima a farne le spese oggi è la Dexia che chiude la giornata borsistica con un meno 22% che fa seguito al meno 10 di ieri, mentre le borse europee in generale perdono oltre 160 miliardi di euro.
E mentre il presidente della Bce Jean-Claude Trichet nel suo intervento al Parlamento Ue dichiara che l’Europa è l’epicentro della crisi e per questo è necessario restare lucidi il numero della Fed, Ben Bernanke sottolinea come “L'esposizione diretta delle banche statunitensi verso la Grecia e' minima. Ma un default non organizzato di questo Paese potrebbe scatenare il panico sul mercato dei titoli pubblici, provocare il cedimento di altri Paesi e nuove tensioni sulle banche europee, creando una instabilita' sui mercati finanziari mondiali che avrebbe effetti considerevoli” anche sull’economia statunitense.
 Dalle nostre parti intanto il nostro Ministro Tremonti fa una dichiarazione con cui concordo in toto, spiegando che la Spagna al momento paga uno spread inferiore in quanto "Il caso della Spagna dipende anche dall'annuncio di nuove elezioni che di per se' e' una prospettiva di cambiamento e quindi un'apertura al futuro".
Una presa di coscienza che un nuovo governo ed una nuova maggioranza potrebbero trovare la forza per salvare il Paese?