mercoledì 19 luglio 2017

Demografia horror. Saremo 15 milioni in meno già negli anni ’30?


Incrociando un paio di dati dell’Istat emerge che la dinamica demografica del nostro Paese si avvierebbe ad un decremento della popolazione molto più rapido di quanto previsto.
In particolare la diminuzione della popolazione è, al momento, più rapida di quanto previsto nello scenario più pessimistico elaborato dall’Istat con riferimento al 2065, che prevede una riduzione in quell’anno di circa 15 milioni di residenti. L’accelerazione è tale che si potrebbe arrivare a quei numeri, popolazione ridotta da 60,6 a 45,6 milioni, un quarto in meno, già nel corso degli anni ’30.

venerdì 14 luglio 2017

10 ottimi motivi per cui chi lavora in Italia non dovrebbe investire neanche un centesimo nel nostro Paese

Conosco già l’obiezione principale, ma come si fa ad invitare gli italiani ad investire all’estero, cosa succederebbe se lo facessero tutti?
Risolviamo quindi, per prima cosa, questa obiezione.
Innanzitutto vale la pena di ricordare che ad ogni persona che lavora in Italia è concessa la facoltà di scegliere dove investire i propri risparmi, ciò dà ai cittadini un grosso potere contrattuale, se gli intermediari vi offrono prodotti ad alto costo e basso rendimento andatevene.  Se tanti italiani, ad esempio, valutassero i PIR di recente introduzione un pessimo affare e pochi o nessuno li sottoscrivesse si creerebbe la spinta ad offrire condizioni migliori, o a fare lobbing da parte degli intermediari per renderli obbligatori.
Anche alle imprese italiane è offerta la medesima possibilità, solo più in grande, con effetti maggiori, per motivazioni meno degne di tutela rispetto alla difesa del risparmio individuale e con maggiori danni sul bilancio del nostro Paese. Ad esempio se un’azienda esistente solo grazie a miliardi di sovvenzioni dirette e indirette da parte dello Stato italiano decide di spostare la sede a Londra o a Amsterdam, allo scopo principale di pagare meno tasse, sarebbe tutto regolare mentre se un addetto al D9 in una cava di pietre investe in Irlanda o in Bulgaria 15mila euro di liquidazione è uno scandalo, una minaccia al Paese?
Ma cosa succederebbe se lo facessero in tanti? Il Paese sarebbe costretto a reagire e non essendo prevedibili, al momento, limitazioni alla mobilità dei capitali, dovrebbe reagire offrendo prodotti finanziari migliori ed a costi inferiori, il che non mi appare un grande danno.

Ed ecco, suppergiù in ordine di importanza, i 10 ottimi motivi per cui chi lavora in Italia non dovrebbe investire un centesimo nel nostro Paese
1-      Diversificare, diversificare, diversificare
E’ davvero l’ABC del risparmiatore, non si mettono tutte le uova nello stesso paniere, non si mettono tutti i risparmi sullo stesso titolo, non ci si gioca il proprio futuro scommettendo tutto su un solo Paese, una sola azienda, un solo settore. Diversificare in maniera saggia consente di limitare i rischi, di limitare le eventuali perdite e di ritrovarsi comunque qualcosa in cassa.