Nei primi 11 mesi del 2011 sono infatti state liquidate appena 94.216 nuove pensioni di vecchiaia, con un calo del 39,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre per le pensioni di anzianita' il calo è stato del 20,1%, con i trattamenti liquidati nei primi 11 mesi passati dai 163.507 del 2010 ai 130.640 del 2011.
Ad incidere sulla diminuzione soprattutto le ormai superate regole scattate nel 2011 sulla finestra mobile, i 12 mesi di attesa, 18 per gli autonomi, una volta raggiunti i requisiti per la pensione, e sull'inasprimento dei requisiti per l'accesso alla pensione di anzianita' .
Nel 2011 sono quindi riusciti a fuggire solo coloro che avevano gia' raggiunto i requisiti nel 2010, un andamento che traspare chiaramente dai dati dell'Inps, con il blocco quasi totale per le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti da maggio 2011. Delle appena 46.778 nuove pensioni di vecchiaia ai lavoratori dipendenti erogate nei primi 11 mesi (- 48% rispetto alle 90.108 del 2010) oltre 39.000 sono state erogate tra gennaio e aprile grazie alle uscite con le vecchie finestre e poco più di 6.000 sono state erogate nei restanti sette mesi.
A preoccupare moltissimo sono però le parole del Presidente dell’Inps che avrebbe dichiarato, almeno secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, che “In Italia il tasso di sostituzione delle pensioni rispetto all'ultimo stipendio e' dell'80% a fronte del 58,4% in Germania” dichiarazione che dimentica, dimentica?, di specificare come le pensioni tedesche siano esenti da tasse sino ad oltre 30 mila euro annui.
Il presidente Mastrapasqua paragonerebbe quindi un dato italiano lordo su lordo con un dato tedesco netto su lordo, confrontando le banane con i cetrioli.
A voler essere davvero malpensanti si potrebbe dire che l’obiettivo di trasformare l’Inps in una immensa macchina per il trasferimento di ricchezza dai lavoratori ai titolari di patrimoni e rendite si avvia ad essere raggiunto, ciò che ancora necessita di una spintarella è la totale acquiescenza, sudditanza dei lavoratori che ormai sembrano disposti a subire quasi di tutto.
Quasi.
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