Ha suscitato molto scalpore il dato diffuso dall’Inps
relativo alla decorrenza degli assegni pensionistici. Secondo l’Istituto
temporaneamente guidato da Boeri sono circa 540mila i trattamenti previdenziali
da anzianità, vecchiaia e reversibilità in pagamento da almeno 36 anni, ovvero
liquidate nel 1980 o prima.
In particolare sono in pagamento, come si apprende dalle tabelle Inps sugli
anni di decorrenza delle pensioni di vecchiaia ed anzianità e ai superstiti del
settore privato e pubblico, circa 475mila trattamenti derivanti dal settore
privato e circa 65mila derivanti dal pubblico. E’ necessario ricordare come
siano esclusi sia gli assegni di invalidità previdenziale, sia quelli agli
invalidi civili, sia gli assegni sociali.
Il dato secco. Sono troppe
Se ci si limita a leggere il dato secco, così come è
fornito, questo numero potrebbe sembrare alto, troppo alto. Le pensioni
risalenti a quell’epoca ‘premierebbero’ circa l’un per cento della popolazione
e secondo la consueta, e apparentemente sempre gradita, narrazione
giornalistica costituirebbero un grande ostacolo allo sviluppo del paese.
Il dato ragionato. Non sono poche, sono pochissime
Se però ci si sofferma un istante a ragionare sul dato il
numero di trattamenti potrebbe essere fin troppo basso.
Vediamo perché.