Appena 11 mesi fa da queste stesse colonne consigliavo
l’acquisto dei titoli greci. In un articolo il cui titolo oggi suona profetico, “Tre buoni
motivi per cui il 2017 potrebbe essere l’anno della rinascita greca”,
prospettavo un rendimento eccellente per chi avesse avuto fiducia nell’economia
greca nel corso di quest’anno. Ecco come è andata a finire.
L’economia, la Borsa di Atene ed i titoli di stato greci
Per l’andamento del pil greco nel 2017 avevo scommesso un
centesimo sull’ottenimento di risultati superiori alle aspettative, con una
crescita inclusa cioè tra il 3 ed il 3,5 per cento. Tale livello mi sembra
ormai molto difficilmente raggiungibile e ciò che potrebbe vedersi realizzato è
un pur sempre rispettabilissimo del 2 per cento o poco più.
Per la borsa greca il fondo di cui ho consigliato
l’acquisto, l’ETF che replica la borsa di Atene, quotava tra gli 80 e gli 83
centesimi, ha distribuito 2 centesimi di
dividendo a luglio ed oggi quota circa 95 centesimi. Un rendimento di circa il
20 per cento in un anno. Interessante ma non sconvolgente.
Di tutt’altro passo l’andamento dei titoli di stato greci.
Le scadenze che consigliavo di acquistare sono state oggetto di uno swap e sono
quindi passate dai 60-63 centesimi di euro a 87 per chi non ha aderito allo
swap o ai circa 94 per chi ha aderito allo swap. A ciò si aggiunge una cedola
di 3 centesimi incassata a marzo. Un rendimento quindi di circa il 50 per cento
in 11 mesi per chi non ha aderito allo swap e di circa il 60 per cento in 11
mesi per chi ha aderito.