Oggi i mercati attendevano con una certa ansia lo svolgersi dell’asta dei BTP a scadenza triennale dopo le difficoltà che aveva sperimentato Madrid nei giorni scorsi.
A fronte di un ammontare massimo previsto pari a 3 miliardi di euro il ministero dell'Economia ha collocato titoli triennali (con scadenza marzo 2015) per un importo di 2,884 miliardi, il viceministro dell'Economia Vittorio Grill ha commentato così l’esito dell’asta: "Abbiamo fatto la scelta di non prendere tutta la domanda che c'era, perche' non abbiamo questa urgenza di fare funding a tassi che, secondo noi, non sono quelli giusti".
I tassi sono infatti stati il punto nodale della questione visto che i BTP sono andati via a un tasso del 3,89%, in nettissimo aumento rispetto al risultato dell'asta di metà marzo, il 2,76%.
Oltre ai titoli triennali sono stati piazzati anche un totale di circa due miliardi di Btp fuori corso d'emissione con scadenze a novembre 2015, piazzato per 395 milioni a un tasso del 3,92%, a febbraio 2020, piazzati 687 milioni al 5,04% e ad agosto 2023, di cui sono stati piazzati 918 milioni al 5,57%.
Particolarmente interessante l’accoglienza ricevuta da questa ultima scadenza, agosto 2023, il Tesoro non offriva infatti titoli con scadenza superiori ai 10 anni dalla fine di ottobre 2011.
Tassi in risalita e conseguenti maggiori oneri per il Paese, durate dei prestiti che si accorciano e quote di invenduto, questo potrebbe bastare, insieme allo spread che insiste a muoversi intorno ai 360 punti, a continuare a tenere col fiato sospeso gli operatori.
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