Secondo i dati Istat relativi al primo semestre 2016 il
driver della riduzione della popolazione in Italia sarà, per quest’anno, il
crollo della natalità.
Già da anni infatti il numero dei nuovi nati in Italia
continua a ridursi e il record dell’anno con meno nuovi nati dall’unità
d’Italia , risalente appena al 2015 con 485mila unità, potrebbe essere
frantumato già quest’anno.
In particolare nei primi sei mesi del 2015 erano venuti al
mondo 236mila bebè, nei primi sei mesi del 2016 hanno invece visto la luce
appena 221mila persone. La riduzione tra i due periodi è, per essere precisi,
di 14.601 unità, pari a ben il 6,18 per cento.
Molto migliori, al capo opposto del ciclo vitale, i dati
relativi al numero di decessi avvenuti nello stesso periodo del 2016, che fanno
registrare quasi 315mila unità, con un calo decisamente consistente rispetto al
precedente anno, anche in questo caso record. Nel primi sei mesi del 2015 erano
infatti venute a mancare 339mila persone, e l’anno si era concluso con oltre
647mila decessi in totale. Il calo del numero dei decessi nei primi sei mesi è
pari a quasi 25mila decessi in meno nel 2016 rispetto al 2015, pari ad una
riduzione del 7,31 per cento.
Il saldo naturale che deriva da questi dati, cioè la
differenza tra i morti ed i nuovi nati, nei primi sei mesi del 2016 continua
quindi a descrivere un paese definibile ‘in via di estinzione’ con oltre 93mila
cittadini in meno a giugno rispetto a gennaio.
Il flusso migratorio continua ad avere un saldo positivo
sostenuto a più di 20mila unità, in decisissima accelerazione rispetto ai più
4.700 fatto segnare nei primi sei mesi del 2015
con un incremento in percentuale da lasciare a bocca aperta +324 per
cento.
Nonostante il consistente flusso migratorio positivo il dato
finale, cioè il numero dei residenti in Italia a giugno 2016 rispetto al 1
gennaio fa segnare un risultato foschissimo, con un meno 73.004 abitanti.
In sintesi, nei soli primi sei mesi del 2016 ci siamo persi
per strada tutti gli abitanti di città capoluogo di provincia come Ragusa, Asti
o Caserta, ciascuna delle quali ha, appunto, tra i 73mila ed i 76mila abitanti.
In 180 giorni ogni appartamento, ogni strada, ogni negozio,
ogni cortile di una ‘città virtuale’ grande quanto Ragusa, Asti o Caserta sono
divenute deserte, abbandonate, vuote.
Siamo proprio sicuri di poter continuare così?
Questi sono i veri dati sull'economia, perche' non si fanno figli?
RispondiEliminaI motivi identificabili possono essere tanti, ma l'aspetto economico è certamente preponderante
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