“Eppur si muove”, calza bene all’economia greca l’esclamazione messa in bocca a Galileo
Galilei da Aristarco Scannabue.
Dopotutto, nonostante tutto, a dispetto di tutto e tutti
l’economia greca lancia segnali di una vitalità insospettabile e inattesa.
Quanto di questi segnali si trasformeranno in crescita e
occupazione già nel breve periodo lo si vedrà solo nei prossimi mesi ma pensare
che il 2017 possa essere davvero l’anno della svolta per la martoriata
Repubblica Ellenica è un’idea cui si può arrivare partendo dai dati economici
recenti.
Vediamo quindi quali sono questi dati che potrebbero
preludere ad una rinascita dell’economia greca nel corso del 2017
Prima però una precisazione
Nel corso di questo articolo verranno citati due strumenti
finanziari, i titoli di stato greci e un ETF che replica l’andamento della
borsa di Atene, che sono estremamente rischiosi e le cose rischiose vanno
sempre trattate con la dovuta cautela. Ovvero, se avete paura di bruciarvi le
dita non mettetevi a giocare con i cerini e la benzina. Investitore avvisato….
L’andamento del PIL greco nel terzo trimestre 2016
Nel terzo trimestre del 2016 il PIL greco, in volumi, ha
fatto segnare un brillante più 0,80 per cento sul trimestre precedente e più 1,60
sullo stesso periodo dell’anno precedente. Imbarazzante il confronto con un
paese come l’Italia, che ha fatto segnare rispettivamente +0,30 e + 0,60. E a
‘sfigurare’ c’è anche la Germania che riporta rispettivamente +0,20 e + 1,50.
Sia chiaro che non stiamo parlando di dati da boom economico
ma ciò che traspare è che Atene potrebbe, lo ripeto, potrebbe, aver
superato il punto di minimo della propria recente storia
economica.
L’andamento del tasso di disoccupazione
Il tasso di disoccupazione risultava pari al 22,40 per cento
ad ottobre scorso, continuando un trend lievemente discendente in corso già da
tempo, un dato evidentemente elevatissimo, chiaro segnale di una economia in
grandissima difficoltà.
Ma il livello record del tasso di disoccupazione, 27,9 per
cento, era stato toccato nei mesi di
luglio e poi replicato nel successivo mese di settembre 2013. In tre anni di
crisi il tasso è quindi sceso di 5,50 punti percentuali.
Tanto per fare un confronto che fa male al cuore tra
settembre 2013 e novembre 2016 il tasso di disoccupazione in Italia è passato
dal 12,40 per cento all’11,90 per cento. Una discesa di appena lo 0,50 per
cento, che tra l’altro ci è costato un bel po’.
Andamento dell’indice della produzione industriale
Ad ottobre la Grecia ha fatto segnare un notevolissimo più
7,2 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente contro un più 1,3
per cento del nostro Paese. Il dato però non si è confermato su questi livelli
nel mese di novembre con la Grecia che si vede accreditare una previsione del
più 2,3 per cento mentre per l’Italia, e questo è un dato non una previsione,
si arriva al più 3,2 per cento.
Il dato in questione è quindi ancora soggetto a fortissime
oscillazioni e, pur essendo positivo ininterrottamente già dal mese di aprile,
sembrerebbe non essere ancora venuto fuori del tutto dalle nebbie
dell’incertezza.
Misure sul debito
Il 23 gennaio è stato approvato un pacchetto di misure di
sollievo per il debito greco che include una riduzione della esposizione di
Atene al rialzo dei tassi tramite la sostituzione di debito a tasso variabile
con debito a tasso fisso, e la riduzione degli obblighi di rimborso a breve.
Queste misure libererebbero ulteriori risorse, almeno si spera, per favorire la
ripartenza del Paese.
Altro
Esistono anche altri dati che segnalerebbero lo stato di
salute della Grecia e che qui ci limitiamo a citare come l’inatteso avanzo
primario di novembre 2016 che ha concesso al Governo la possibilità di talune
elargizioni subito prima di Natale,
l’andamento del rapporto tra debito e Pil e il debito pubblico che ha un
valore nominale molto elevato ma un Valore Attuale Netto molto più ragionevole.
E quindi
E quindi i numeri che arrivano da Atene descrivono quindi un
Paese tuttora in grandissima difficoltà, con grossissimi impegni cui fare
fronte ed un futuro incerto ma con una certa probabilità di venirne fuori,
potenzialmente anche a breve. Per il 2017 le previsioni di crescita per il
paese vanno dal +2,5 per cento della Banca di Grecia al +2,7 per cento del
Governo e tali previsioni sono ritenute piuttosto ottimistiche da diversi
operatori. Io invece mi permetterei di giocarmi un centesimo su un risultato
leggermente più brillante con una crescita 2017 inclusa, ripeto che mi ci
scommetterei un centesimo, tra il 3 ed il 3,5 per cento. Un risultato che
cambierebbe molto le carte in tavola e che mostrerebbe un Paese in netta uscita
da un tunnel troppo lungo.
I titoli da tenere sott’occhio
Se si volesse avere la speranza che, andando tutto bene, si
possa partecipare alla ‘fiesta’ sono da tenere d’occhio l’ETF che replica
l’andamento dell’indice borsistico di Atene, che in questi giorni quota tra
0,80 e 0,83 euro, ed i titoli di Stato ellenici con scadenze lunghe, ad esempio
tra il 2040 ed il 2042, che in questi giorni hanno quotato tra 60 e 63
centesimi per euro di valore nominale e che assegnano una bella cedola del 3
per cento del nominale.
Sottolineo per l’ennesima volta come questi due investimenti
siano da considerarsi estremamente rischiosi, ovvero che possono comportare la
perdita totale del capitale investito, e assolutamente siano da sconsigliare a
quegli investitori che non abbiano una conoscenza approfondita dei mercati.
A quei pochi che si imbarcheranno nell’impresa va il mio
migliore in bocca al lupo.
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