Tempi ‘duri’ per i giornalisti italiani, anche per la dorata
compagine della penna sono infatti arrivati grandissimi sacrifici.
Per carità, non vi preoccupate, gli stipendi restano
intonsi, gli scatti di anzianità pure ed anche un sistema pensionistico ormai
noto solo ai paleontologi previdenziali, il cosiddetto sistema retributivo
superato decenni or sono.
Ma i sacrifici ci sono e sono assolutamente incontestabili, pensate
che adesso ai nostri eroi non vengono più rimborsati all’80 per cento i farmaci
di fascia C ma, accidempolina, solo al 50 per cento.
Una riduzione che colpisce duramente la libertà
d’informazione e la professionalità dei giornalisti italiani.
Saranno quindi a carico dei giornalisti, lo ripetiamo per
ben il 50 per cento del costo, i medicamenti per la cura delle afte della
bocca, gli unguenti per il sollievo della zona anale e addirittura, una cosa
inaudita, anche il mitico Viagra.
E a usare la definizione di “sacrifici” è nientepopodimenoche
Rossella Lama, un componente del CdA della Casagit, la cassa dei giornalisti,
in un pezzo sul sito di Puntoeacapo – Giornalisti per la difesa della
professione (si chiama proprio così e non “Giornalisti per la difesa EROICA
della professione” e neanche “Giornalisti per la difesa EROTICA della
professione”.
E intanto la mente corre a ipotetici discorsi serali nel
lettone tra partner assicurati Casagit,
- - Amore, hai sentito, la Casagit ora ci rimborsa
solo il 50 per cento del viagra
- - Si tesoro, ho sentito, che disgrazia, che
sacrificio
- - Infatti…..ora sono davvero cazzi….
- - MA MAGARI
Monello!
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