La previdenza pubblica, la pensione statale, il celebre
primo pilastro della previdenza individuale, minaccia sempre più di crollare,
non tanto per un fallimento del nostro Paese quanto per la spinta sempre più
forte ad un ricalcolo degli assegni in essere o a venire con il molto meno
vantaggioso sistema contributivo.
Il primo pilastro non verrebbe quindi realmente raso al
suolo ma ridotto di un importo compreso tra il 30 ed il 70 per cento. Ed è del
tutto evidente che una persona che ritenga estremamente possibile una riduzione
della propria pensione di tale entità dovrebbe incominciare a cercare strade
alternative per mantenersi una volta espulso o ritirato dal mondo del lavoro. E
chiunque si incammini sulla strada della saggezza e della previdenza
individuale si imbatte, prima o poi, nella celebre regola del 4 per cento.
La responsabilità individuale nel prepararsi alla vecchiaia
In molti Paesi occidentali il mantenimento del proprio
tenore di vita una volta raggiunta la terza età è considerata una
responsabilità individuale. E’ cioè compito dell’individuo fare in modo di
avere il necessario per sopravvivere una volta diventato troppo vecchio per
lavorare. In alcuni paesi, ad esempio gli Stati Uniti, questa
responsabilizzazione è indirizzata a tutti, tutti sono tenuti a pensarci per
tempo, tutti lo sanno, chi decide di non pensarci non gode del minimo appoggio
da parte di chi invece ci ha pensato. in altri Paesi, come l’Italia, lo sta
diventando progressivamente, man mano che la quota di pensione calcolata col
meno vantaggioso sistema retributivo, come previsto dalla Riforma Dini del
1995, diverrà maggioritaria l’assegno derivante dalla previdenza pubblica si
assottiglierà sempre di più, fino ad arrivare ad un assegno di mera
sussistenza. A quel punto sarà evidentemente