domenica 24 novembre 2024

Il movimento "Anti-casta" fu eversione? Secondo me no, fu solo sciatteria e superficialità

 Quest'estate un amico mi ha posto un quesito, o forse un dubbio, una questione.

Secondo lui il movimento "anticasta" sorto nel primo decennio degli anni 2000 aveva alcuni dei connotati tipici  dell'eversione e probabilmente potrebbe essere anche ricordato in questo modo, non affermava quindi che si fosse trattato a pieno titolo di un movimento eversivo ma riteneva possibile che potesse essere giudicato tale in un futuro vicino o lontano.

Prima di cominciare a discuterne dobbiamo fare un paio di precisazioni.


La Treccani elenca una serie di significati per la parola "eversione", quello cui si riferiva l'amico e a cui mi riferirò nel mio breve ragionamento (paura quando dico sarò brevissimo?) è il seguente:  Rovesciamento, sconvolgimento del potere costituito anche attraverso atti rivoluzionarî o terroristici.

Una seconda precisazione è invece necessaria per quanto riguarda la nascita del movimento. Contro oltre ogni apparente logica tale movimento NON nasce dopo la pubblicazione, alla fine degli anni '90, del testo capostipite di questa fruttuosissima, per gli autori, branca letteraria. Il fantastico libro di Raffaele Costa "L'Italia degli sprechi".

Testo, per inciso, cui personalmente sono particolarmente legato e cui devo tantissimo poichè è stato solo grazie a questa opera che ho scoperto che i ragionieri della Camera dei deputati guadagnano bene ed ho così deciso di partecipare al concorso indetto pochi mesi dopo.

Dicevamo che contro ogni logica l'opinione pubblica si è invece appassionata ad un testo decisamente minore "La casta" del dinamico duo Stella e Rizzo uscito nel 2007.

Fatte le dovute precisazioni

Fatte le dovute precisazioni partiamo da qualche dato, all'epoca il grosso della critica era incentrata sul fatto che la "politica" italiana costasse più di quanto non costi quella straniera.

Per "dimostrare" questa tesi diversi "autori" si sono arrabattati in invenzioni piuttosto clamorose ed evidenti, ad esempio un economista ha effettuato un dettagliato confronto tra la Corte Costituzionale italiana e quella inglese, Corte Costituzionale inglese che ha il viziaccio di non esistere costringendo così il nostro eroe a fare il confronto con un piccolo tribunale nobiliare.

So che sembra incredibile ma questo dettagliato confronto (sigh) è ancora reperibile sul sito del Lavoce.info, lo trovate qui anche se per qualche problema tecnico le decine di commenti che facevano notare l'inesistenza della Corte Costituzionale inglese sembrano essere caduti, certamente una coincidenza.

Una Istituzione su cui la campagna si è particolarmente accanita è stata la Camera dei deputati e qui devo dire che, a differenza dei grossolani interventi dedicati ad altre Istituzioni la nostra stampa ha dato il meglio di sè per far pensare il peggio possibile.

Come tutti sanno, a partire dai giornalisti, la Camera dei deputati ha costi di gestione piuttosto limitati, ad esempio costa circa la metà di quanto costa la corrispondente Camera bassa inglese, la House of Commons, ma ha la particolarità di esporre la stragrande maggioranza dei propri costi nel proprio bilancio mentre la HoC grava su una mezza dozzina di bilanci

Una piccola interruzione, se conoscete uno tanto deficiente da pensare che la Camera costi più della House of Commons potreste essere così  gentili da farmi contattare? Sono davvero curioso.

Riprendiamo, il fatto che la Camera e la HoC espongano i propri costi in maniera così diversa, cosa ben nota ai giornalisti ora come allora, rende possibile fare un'affermazione che stravolge la verità ma senza essere una bugia.

E così invece di sentire una frase del genere:

"La Camera dei deputati costa ai contribuenti circa la metà di quanto costa la House of Commons e quindi costa troppo e dobbiamo tagliare (anche il numero dei parlamentari)"

Abbiamo sentito agghiaccianti frasi del genere:

La Camera dei deputati, come si vede confrontando i rispettivi bilanci, come è evidente dal confronto dei rispettivi bilanci, basta vedere i bilanci, costa il doppio della House of Commons.

L'utilizzo MOLTO accorto di formule il cui scopo sembrerebbe essere unicamente quello di mentire ben sapendo di mentire ma evitando di mentire porterebbe a dare ragione ad Alessio, il mio amico che ha posto il quesito, sembrerebbe cioè che effettivamente ci sia stata una organizzazione che in maniera coordinata abbia portato un attacco alle Istituzioni per ottenere una "riduzione" della Democrazia nel nostro Paese. Una grande organizzazione in grado di far bere ai cittadini una grossa bugia, una fantastica invenzione, un "la Corte Costituzionale italiana costa il doppio di quella inglese" per poi portarli ad accettare, chessò, addirittura un taglio del numero dei parlamentari talmente consistente da renderli più facilmente manovrabili impedendo loro una effettiva specializzazione nella Commissione di assegnazione.

Un grande e coordinato lavoro di intelligenza volto ad aggredire la rappresentanza democratica, a fare in modo che la cittadinanza si disamori della politica, si disinteressi della cosa pubblica, arrivi addirittura a smettere di votare.

Un quesito affascinante ma c'è una parola che mette in crisi tutto il costrutto, annienta la tesi.

La parole è "coordinato" (e chi, conoscendo la mia stima nei confronti dei giornalisti italiani, ha pensato alla parola "intelligenza" è una brutta persona e ha pensato male).

Immaginare che si possano coordinare i giornalisti di simpatie politiche opposte per un attacco al cuore democratico dello Stato è semplicemente impensabile.

E allora che cosa è successo?

Vi racconto un aneddoto, un collega ebbe un fittissimo scambio di post con uno dei vicedirettori di un notissimo quotidiano italiano.

In sintesi le posizioni contrapposte erano queste:

Il giornalista affermava che gli stipendi della Camera dei deputati fossero troppo alti a cominciare da quello di una figura professionale, inesistente a Montecitorio, quella dei Commessi.

Il collega affermava che gli stipendi vanno parametrati a quantità e qualità del lavoro e il fatto che il giornalista definisse "Commessi" gli agenti della Polizia parlamentare dimostrava di non aver capito un'acca del funzionamento del Parlamento.

La discussione andò avanti diversi giorni con il giornalista che sostanzialmente affermava che i Commessi esistessero alla Camera perchè quel giornale lo affermava o quell'altro lo diceva mentre il collega ripeteva, con immensa pazienza, vai a vedere sul sito della Camera e scoprirai che non esistono.

Giorni di sterile discussione conclusa con un nulla di fatto.

Ma quindi cosa è successo, perchè tanti connazionali sono ancora oggi convinti che le Istituzioni italiane costino più di quelle inglesi o francesi o di chissà dove?

Secondo me la risposta va cercata abbassando di molto il livello delle aspettative nei confronti della nostra stampa. Chi può dare credito ad un accurato confronto tra la Corte Costituzionale italiana e la inesistente Corte Costituzionale inglese non sarà certamente in grado di comprendere che i bilanci di due Istituzioni potrebbero includere perimetri di spesa differenti e vanno, in alcuni casi, integrati di altri pezzetti di spesa da altri bilanci.

A questo aggiungiamo il punto dimostrato dal vice direttore del noto quotidiano. E' vero perchè lo ha scritto un giornale autorevole e quindi lo posso serenamente utilizzare, ridire, riaffermare in modalità brainless, modalità certamente riposante rispetto all'andare a spulciare bilanci scritti in arabo (in effetti i numeri dei bilanci delle Istituzioni d'Europa sono redatti utilizzando proprio i numeri arabi).

 Non un movimento eversivo quindi ma la semplice dimostrazione dei danni che un micidiale mix di sciatteria e superficialità, con un pizzico di inettitudine e di furbizia (molti di costoro si sono letteralmente arricchiti sputando melma sulle Istituzioni) può apportare ad un Paese.

E non è neanche da trascurare un conformismo becero che tante menti ottundeva ed ottunde oltre alla voglia di salire sul carro che andava di moda.

A proposito di effetto bandwagon ricordo un docente universitario cui chiesi come avesse mai potuto fare una sua tesista a "dimostrare" esattamente il contrario della verità. La dottoressa infatti partendo dalla realtà (la Camera costava e costa circa la metà della House of Commons) era riuscita a tirare fuori un dato esattamente opposto.

La mail con cui il professore mi trasmetteva la tesi si concludeva con un, per me inquietante, "mi raccomando, nel caso di utilizzo, di citare la fonte".

Sono passati anni ma ora mi sento pronto a rispondere al docente.

Professo', ma vaf******lo tu e la dottoressa 




 



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