sabato 18 gennaio 2025

I viaggi di Gulliver. Un libro ben differente da quello che mi aspettavo

 Quando ho aperto l'edizione integrale de "I viaggi di Gulliver" confesso che mi aspettavo qualcosa di diverso, forse anche qualcosa di meno.

Mi aspettavo un libro di fantastiche avventure che esponesse anche una critica al sistema sociale inglese dell'inizio del '700.

Invece questo libro è strepitoso, feroce, anarchico, ribelle, rassegnato ed amaro.

Jonathan, il sestisnonno (ma questa parola esisterà davvero? Wiki lo propone con questa qualifica) della celebre Taylor Swift era nato in una famiglia anglicana d'Irlanda, posizione in sè piuttosto invidiabile all'epoca e Gulliver è certamente il suo testo più celebre

L'edizione che ho letto è quella Penguin Classics che riprende il testo dato per la stampa a Benjamin Motte nel 1726.

Cominciamo dal titolo che, nella versione originale, è parecchio più descrittivo.

"Viaggio in diverse nazioni remote del mondo. In quattro parti."




Ma come in quattro parti? Certo, perchè il nostro eroe non si limitare a visitare la celebre terra di Lilliput e quell'altra, la terra di cui nessuno ricorda il nome e dove è lui a essere microscopico (Brobdingnag), viaggi che occupano le prime due parti del libro e sono ben piene di attestati di disistima per il governo inglese in primis e per quello francese subito a seguire oltre, ça va sans dire, ad una satirica mitragliata contro i governi ed i governanti in genere.


Nella terza parte il nostro eroe visita un'isola flottante nel cielo su di un piccolo continente, sospesa tra le nuvole proprio come lo sono le teste degli improbabili scienziati che vi conducono vita di corte.

Il nome del Paese è Laputa e si, sembra proprio che venga dallo spagnolo.

La quarta ed ultima parte vede Gulliver giungere nella terra degli Houyhnhnm, parola che sembra di pronuncia più difficile di quanto non sia, andrebbe infatti pronunciata come se fosse l'imitazione del nitrito di un cavallo. E proprio questi nobili animali sono la razza più sviluppata su questo continente mentre degli ominidi avidi e maligni sono visti come una specie di razza infestante, verso cui Gulliver matura sentimenti di sempre maggiore disprezzo.

Il fatto che un Yahoo, questo è il nome di quei malefici ominidi infestanti, e si QUEL nome viene da QUESTO libro, viva insieme ad un nobile cavallo, parli con i cavalli, ascolti con umiltà e voglia di imparare i loro nobili discorsi viene tollerato sempre meno finchè Gulliver viene costretto a tornare a vivere tra i suoi simili.

Al suo ritorno in patria impiegherà anni a sopportare anche solo di dividere una stanza con la sua famiglia e invecchierà parlando con i suoi amici cavalli nella stalla.

Che bello che è stato leggere questo libro.





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