Il problema in Europa era e resta il contagio, ovvero la possibilità che la caduta di un paese trascini all’inferno tutti i suoi partner, forti e meno forti. A cominciare dall’Italia e via via fino alla Francia, seconda maggiore economia dell'unione valutaria.
Questa la riflessione che spinge Moody’s ad annunciare, nella tarda serata di ieri, che nei mesi a venire terrà sotto esame le prospettive stabili che continua ad assegnare al rating del paese.
Il rating dei cugini d’oltralpe non è, al momento, in discussione e resta fermo sul gradino più alto, la prestigiosa tripla A, ma al termine di questa fase di osservazione si potrebbe arrivare anche ad un declassamento del rating. Ipotesi che da settimane ha giustamente creato apprensione tra le autorità transalpine soprattutto per i risvolti in termini di maggior costo del debito derivante da un peggioramento del rating.
E’ bastato infatti questo annuncio per innescare reazioni immediate sui mercati dei titoli di Stato, facendo allargare il differenziale (spread) di rendimento tra quelli della Francia e quelli della Germania. Lo spread tra i titoli decennali francesi e tedeschi ha infatti sfondato i 100 punti base, o 1 punto percentuale per la prima volta. L’incremento dello spread è dovuto principalmente ad una nuova ondata di acquisti sui bond della Germania, che ne ha schiacciato i rendimenti portandoli, per la scadenza decennale a poco più del 2 per cento, mentre i titoli con pari scadenza francese rendono circa il 3,10 per cento.
Suona di nuovo l’allarme sui titoli italiani con uno spread che arriva di nuovo oltre i 380 punti base ed un rendimento che sfiora il 6 per cento.
Per un confronto lo spread del Belgio viaggia a 245 punti e quello della Spagna del dimissionario Zapatero, a 332 punti base
Amerigo Rivieccio