Già ai tempi d’oro del dinamico duo Stella e Rizzo, tempi d’oro
per loro visti i soldi che si sono riusciti ad alzare, si era venuta a creare
una grossa differenza tra la realtà reale e la realtà descritta dai due bravi, anzi ad un certo punto la differenza tra il mondo immaginario creato dai nostri
fantasiosi romanzieri e il mondo reale in cui si svolgeva la vita dei
dipendenti della Camera era divenuta clamorosa, una piccola aggiunta lì, una
piccola omissione là e un pochino di sana fantasia e il piatto era servito.
Come dimenticare l’attacco agli stipendi degli elettricisti della Camera, che
hanno il trascurabile vezzo di non esistere ma che sarà mai, o all’inesistente
stipendio al quarantesimo anno di servizio ai barbieri assunti a quarant’anni
di età.
Sullo stimolo dei capostipiti tutta una generazione di
persone che scrivono cose sui giornali in cambio di utilità in moneta hanno
seguito le orme del dinamico duo ed hanno continuato ad inventare cose clamorose
fino ad arrivare ad ottenere il celebre
taglio dello stipendio dei dipendenti della Camera. Per carità non che scrivessero
approfonditi studi sugli stipendi degli idraulici della Camera (che insistono a
non esistere) allo scopo di ottenere questo taglio ma il risultato è stato
questo.
Poi è successa una cosa davvero brutta.
Contro ogni previsione la realtà, in misura del tutto
improvvida e imprevedibile, ha continuato ad esistere (una nota per chi si
porta caviale e champagne a casa imbrattando carta da stampa – E’ sarcasmo) ed
i risultati sono ormai evidenti.
Alla fine del primo ciclo di concorsi svolto con le nuove
curve retributive continuano a piovere dimissioni e rifiuti all’assunzione.
Tale dato sembrerebbe ormai dimostrare che le nuove curve
retributive sono troppo basse rispetto a ciò che si chiede ai dipendenti di
Montecitorio.
Al dato meramente economico va però aggiunta una riflessione
relativa all’organizzazione del lavoro; interfacciarsi infatti con una
generazione nata, lavorativamente parlando, con la maggior parte della
settimana lavorativa da svolgere in smart offrendo uno stipendio basso in
relazione ai contenuti professionali richiesti e pochissimi giorni annui in
smart ha decisamente contribuito a peggiorare la situazione.
Quale delle due ferite vada curata prima sarà argomento di discussione, la mia
impressione personale è che i rifiuti all’ingresso in servizio siano
principalmente dati per motivi economici mentre le dimissioni sono da imputare
in buona parte alla carenza di smart.
Per quanto riguarda invece le possibili soluzioni direi che
mi sembrano del tutto evidenti.
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