mercoledì 19 giugno 2024

Dipendenti di Montecitorio. Nuove curve vecchie menzogne?

 

Già ai tempi d’oro del dinamico duo Stella e Rizzo, tempi d’oro per loro visti i soldi che si sono riusciti ad alzare, si era venuta a creare una grossa differenza tra la realtà reale e la realtà descritta dai due bravi,  anzi ad un certo punto la differenza tra il mondo immaginario creato dai nostri fantasiosi romanzieri e il mondo reale in cui si svolgeva la vita dei dipendenti della Camera era divenuta clamorosa, una piccola aggiunta lì, una piccola omissione là e un pochino di sana fantasia e il piatto era servito. Come dimenticare l’attacco agli stipendi degli elettricisti della Camera, che hanno il trascurabile vezzo di non esistere ma che sarà mai, o all’inesistente stipendio al quarantesimo anno di servizio ai barbieri assunti a quarant’anni di età.

Sullo stimolo dei capostipiti tutta una generazione di persone che scrivono cose sui giornali in cambio di utilità in moneta hanno seguito le orme del dinamico duo ed hanno continuato ad inventare cose clamorose fino ad arrivare ad  ottenere il celebre taglio dello stipendio dei dipendenti della Camera. Per carità non che scrivessero approfonditi studi sugli stipendi degli idraulici della Camera (che insistono a non esistere) allo scopo di ottenere questo taglio ma il risultato è stato questo.

Poi è successa una cosa davvero brutta.



Contro ogni previsione la realtà, in misura del tutto improvvida e imprevedibile, ha continuato ad esistere (una nota per chi si porta caviale e champagne a casa imbrattando carta da stampa – E’ sarcasmo) ed i risultati sono ormai evidenti.

Alla fine del primo ciclo di concorsi svolto con le nuove curve retributive continuano a piovere dimissioni e rifiuti all’assunzione.

Tale dato sembrerebbe ormai dimostrare che le nuove curve retributive sono troppo basse rispetto a ciò che si chiede ai dipendenti di Montecitorio.

Al dato meramente economico va però aggiunta una riflessione relativa all’organizzazione del lavoro; interfacciarsi infatti con una generazione nata, lavorativamente parlando, con la maggior parte della settimana lavorativa da svolgere in smart offrendo uno stipendio basso in relazione ai contenuti professionali richiesti e pochissimi giorni annui in smart ha decisamente contribuito a peggiorare la situazione.

Quale delle due ferite vada curata prima  sarà argomento di discussione, la mia impressione personale è che i rifiuti all’ingresso in servizio siano principalmente dati per motivi economici mentre le dimissioni sono da imputare in buona parte alla carenza di smart.

Per quanto riguarda invece le possibili soluzioni direi che mi sembrano del tutto evidenti.

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