mercoledì 16 maggio 2018

Impiegati pubblici in Italia. Talmente pochi da mettere a rischio la tenuta del sistema


Colpisce sempre la ormai macroscopica differenza tra la narrazione a proposito del Pubblico Impiego e la realtà descritta dai numeri .
A fronte infatti di un numero di dipendenti pubblici descritto come assolutamente eccessivo, una pletora, uno sterminato esercito gli aridi numeri ci dicono che l’Italia è un paese che ha molti meno dipendenti pubblici della media, così pochi da poter definire l’occupazione nella PA in Italia ‘anormalmente bassa’.

Lo studio di ADAPT
ADAPT, che come si legge dal loro sito è “l’associazione senza fini di lucro, fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere, in una ottica internazionale e comparata, studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro”, ha diffuso uno studio sul pubblico impiego in Italia, soprattutto in rapporto a Paesi a noi simili o comunque confrontabili.
Oltre ad una parte relativa ai meri dati è presente una parte propositiva contenente una serie di proposte per affrontare la questione. Qui vedremo in breve la sola parte numerica.




Occupati nella PA
Il numero di occupati nella PA per 1.000 abitanti vede ultima l’Italia con 48,9 occupati. In testa alla classifica  la Svezia, con 141 occupati per 1.000 abitanti. Seguono la Francia, 83,2. Al terzo posto il Regno Unito con 78. Al quarto gli USA con 70,9. Poi la Spagna, 60,5, la Grecia , 56,5 e la Germania con 52,5.
Il risultato per noi varia di poco, passiamo da ultimi a penultimi,  anche tenendo conto delle privatizzazioni effettuate nel nostro Paese negli scorsi o
Inserendo infatti nel conteggio il numero degli occupati in settori tipicamente pubblici la classifica vede in testa gli USA con 179,9 occupati per ogni 1.000 abitanti.
A seguire la Svezia con 170,3, il Regno Unito con 151,5, la Germania con 134, la Francia con 133,3, la Spagna con 88,4, l’Italia con 81 e la Grecia con 78,2.

Il terzetto di coda solleva questioni
Inquietante il terzetto di coda. La trilogia Spagna, Grecia e Italia è infatti quella che ha pagato di più la crisi e secondo Adapt ci sarebbe un legame.
Se infatti paesi virtuosi in termini di tasso di disoccupazione avessero lo stesso rapporto di dipendenti pubblici che abbiamo noi il loro tasso di disoccupazione perderebbe ogni virtù e supererebbe di gran lunga l’ 11,7 per cento del Belpaese.
In particolare la Francia passerebbe dal 10,1 al 21,8 per cento.
La Germania passerebbe dal 4,1 al 14,6 per cento.
Il Regno Unito dal 4,8 al 18,5 per cento.

E quindi
La narrazione catastrofista si dimostra sempre più autolesionista, l’insistenza con cui si chiedono tagli al pubblico impiego rischia infatti di avere successo e di aggravare ancor più una situazione che sta già danneggiando il nostro Paese. E’ infatti colpa di chi fa informazione e non riesce a valorizzare i dati reali se resta ancora diffusa una idea ormai sconnessa dalla realtà sui numeri del Pubblico Impiego.


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