Una delle maggiori aziende quotate sul mercato greco, la
Folli Follie, è accusata di aver truccato i suoi report. Il valore di mercato
che era circa 1,1 miliardi di euro la scorsa settimana è crollato di quasi il
60 per cento. Circa 500 milioni di capitalizzazione bruciati in due sedute e
l’accusa di poter essere la prossima Parmalat.
La storia in breve
Il gruppo greco Folli Follie è un marchio di produzione e
distribuzione nel settore del fashion e del lusso, un marchio accreditato di
una forte crescita e di una fortissima presenza internazionale, con circa 630
punti vendita in tutto il mondo e un fatturato provenienti dall’Asia pari ad
oltre un miliardo di euro annui.
Gabriele Grego ha scritto per la Quintessential Capital
Management un report investigativo dal titolo “Folli Follie: The other greek
Parmalat” in cui accusa la società di aver gonfiato o comunque artefatto in
qualche modo i propri conti.
POS
In particolare Grego afferma che i numeri di punti vendita
nel mondo non sarebbero i 630 menzionati negli allegati al bilancio del 2016
della Folli Follie ma solo 289. Gli altri POS (point of sale – punti vendita)
sembrerebbero aver cessato le proprie operazioni. Si sarebbe arrivati a questo
numero con una approfondita indagine sul terreno, ovvero andando letteralmente
sul posto a vedere il singolo negozio, che sarebbe stato trovato chiuso o
ridotto ad un livello trascurabile, ad esempio una piccola vetrina di
esposizione.
La Folli Follie risponde che QCM ha dato un numero errato in
quanto il numero di POS si è ridotto dai 630 del 2016 ai 587 di fine 2017, ma
ben lungi dai 289 calcolati da QCM.
Impronta digitale
Inoltre la QCM avrebbe condotto un audit sulla presenza
della Folli Follie in rete, controllando traffico sul sito e popolarità online
e confrontandola con i suoi competitors. Da tale verifiche emergerebbe
l’impronta on line di una società decisamente più piccola.
Folli Follie ha risposto che QCM ha sbagliato i suoi calcoli
in quanto ha sopravvalutato il peso di Instagram e Facebook che sono
inaccessibili in Cina, mercato dove la Folli Follie sarebbe molto performante,
al loro posto andava invece pesata, sempre secondo FF, l’impronta digitale
sulla piattaforma cinese Weibo.
Inoltre
Sarebbero state sopravvalutate alcune poste di bilancio
decisamente significative, quali il fatturato proveniente dall’Asia e sarebbe
stata scelta ad hoc una società di revisione poco nota. La Folli Follie ha
risposto anche su questo punto sottolineando come le società citate da QCM per
smentire i dati sul fatturato asiatico del gruppo costituiscano solo una
piccola porzione delle vendite nell’area e come la società di rating
selezionata abbia circa 6.500 dipendenti ed operi in oltre 70 Paesi.
E non dimentichiamo
La QCM dichiara di essere short sul titolo. Il che significa
che più il titolo scende e più QCM guadagna. Ha quindi lecitamente scommesso
sul ribasso del titolo e poi creato le condizioni perché questo si verifichi,
diffondendo dati che chiunque poteva ricavare.
E quindi
La partita si è aperta in maniera brutale, il titolo della
Folli Follie, che la settimana scorsa viaggiava sui 17 euro al pezzo, va oggi
intorno ai 7, e non può scendere oltre perché ha già sfruttato tutto il meno 30
per cento giornaliero fissato come limite di scostamento quotidiano dalle
regole ateniesi di borsa. Il FTSE di Atene viaggia invece intorno ai meno 0,80
per cento. La Folli Follie sembrerebbe destinata ad essere annichilita dal
feroce assalto condotto da Grego e dai suoi uomini, e forse in casi del genere
emerge l’esperienza di Grego come paracadutista militare, ma va comunque attesa
la fine della battaglia, o dell’indagine dell’autorità borsistica greca, per
capire come andrà veramente a finire.
Per il Gruppo Sirtaki
Per quel ridotto manipolo di eroi che hanno investito in
titoli di stato greci e stanno registrando plusvalenze da capogiro resta
confermata l’indicazione di cominciare a spostarsi sull’ETF che replica
l’andamento della borsa di Atene. Il FTSE si è bevuto il tracollo di oltre il
60 per cento del valore di Folli Follie, oltre mezzo miliardo di
capitalizzazione bruciata, senza accusare più di tanto il colpo, appena il meno
0,80 per cento. Continuerei a confermare il target tra i 2 ed i 3 euro entro fine,
oggi quota un pelo sotto l’euro.
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