Il mio voto di domenica è motivato principalmente da due
aspetti, entrambi squisitamente tecnici.
Il primo è che la nuova architettura costituzionale potrebbe
creare una forte conflittualità tra i due rami del Parlamento. Soprattutto se
le due Camere esprimessero maggioranze differenti, cosa che mi sembra
decisamente probabile, il nuovo Senato potrebbe sollevare ripetuti conflitti
con la Camera e ciò potrebbe portare a pesanti rallentamenti, personalmente
tenderei ad escludere un vero e proprio blocco, dell’attività legislativa
rendendo inefficace se non quasi impossibile l’azione di governo.
Il secondo è che la riforma è una sorta di cul de sac da cui
sarebbe estremamente difficile uscire. Visto infatti che il Senato conserva le
sue competenze per quanto riguarda le riforme costituzionali e che ritengo
molto probabile il crearsi di maggioranze diverse tra Camera e Senato, potrebbe
essere estremamente difficile effettuare ulteriori riforme costituzionali con
il rischio che il nuovo assetto, anche se dovesse risultare evidentemente
inefficace, sarebbe pressoché permanente.
L’importante resta comunque assumersi le proprie
responsabilità ed andare a votare domenica.