domenica 7 aprile 2024

Il Regno di Emmanuel Carrère. Leggere questo libro è un'impresa, ma ne vale la pena


 


Leggere Il Regno di Emmanuel Carrère è un'impresa.

Una faticosa e splendida impresa.

In quarta di copertina Carrère annuncia in due righe l'argomento del libro.

"In un certo momento della mia vita io sono stato cristiano. E' durato tre anni. E' finito"

Carrère racconta come in un romanzo sia i primi passi del Cristianesimo che il suo, tutto sommato breve,  periodo da cristiano devoto e praticante, imbottendo il suo racconto di perle, di piccoli brillanti passaggi, di citazioni e di insegnamenti.

Di cose e cosine che valeva la pena segnarsi Il Regno è talmente pieno che,oltre ad imbottire il libro di segnapagine, ho pensato di mettere in fila le cose che mi hanno colpito di più, cominciando, ma guarda un po', proprio dall'inizio.

1) A pagina 23 Carrère racconta del suo primo incontro, avvenuto quando era molto depresso, con lo psicoanalista Roustang.




"Bene, ha risposto Roustang, voi avete parlato di suicidio. Non ha una buona stampa di questi tempi ma talvolta è una soluzione."

Ciò detto è restato silenzioso.

Anch'io.

Poi ha proseguito.

"Altrimenti, voi potete vivere"


A pagina 108

Un ateo CREDE che Dio non esista. Un credente SA che Dio esiste. L’uno ha un’opinione, l’altro una conoscenza.


A pag. 130

La frase immortale del bolscevico Piatakov “ Un vero Comunista, se il Partito glielo ordina, deve essere in grado di vedere il bianco al posto del ed il nero al posto del bianco”


A pag. 137 

Se si è fatta l’ascensione dal versante assolato si farà la discesa dal versante in ombra


A pag.204

Se gli si diceva ”Bene, ci proviamo” lui scuoteva la testa “Non provate, fate”


A pag. 221

Tutti consideravano il piacere, il libero utilizzo del proprio tempo, ciò che veniva definito otium, come una condizione assoluta di compimento della propria vita. Uno dei più celebri contemporanei di Paolo, Seneca, disse sull’argomento qualcosa di piuttosto carino ovvero che se si fosse trovato ridotto a lavorare per vivere, beh non ne avrebbe fatto un dramma, si sarebbe suicidato, ecco fatto.


A pag. 242

Coloro i quali credono a ciò che vedono hanno perduto, coloro i quali vedono ciò che credono hanno vinto.


A pag.257 

Un po’ come quei critici che preferiscono non leggere i libri o guardare i film di cui rendono conto, per essere sicuri che il loro giudizio non venga influenzato.


A pag.293

La vita da comune mortale vale più di quella da deo, per la semplice ragione che è quella vera. Una sofferenza autentica val più di una felicità illusoria.


A pag.370

Kafka:” Io sono molto ignorante. Cionondimeno la verità esiste.”


A Pag. 505

Osserva questo mondo che è il suo, senza di lui.


A pag.527

Quando hanno distrutto ogni cosa, i Romani la chiamano pace


A pag.617

Un uomo che si giudica superiore, inferiore o anche eguale ad un altro uomo non comprende la realtà


A pag.624

Solo l’amore non dice ciò che noi passiamo la vita a dire tutti, tutto il tempo, a tutti :”Io valgo più di te” L’amore ha altri modi per rassicurarsi. Un’autorità differente che non viene dall’alto ma dal basso.



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