venerdì 14 ottobre 2011

Pensioni dei parlamentari. Si sta risparmiando sulla democrazia?

Che sui risparmi si debba ragionare, che non si possa procedere a tagli indiscriminati operati con il falcetto dovrebbe essere norma di buon senso. Anche perché a volte capita che per risparmiare qualche soldo si distruggano dei pilastri della democrazia.
Il caso dei deputati che potrebbero essere ‘sensibili’ al raggiungimento della intera durata della legislatura perché sarebbe l’unico modo per maturare il vitalizio ne è un esempio lampante.
Poco meno di 250 deputati ed oltre 100 senatori potrebbero essere incatenati ai remi fino all’aprile del 2013, costi quel che costi, e governi chiunque purchè li porti da oggi a fine mandato.
Naturalmente esistevano numerosissimi sistemi per evitare il crearsi di una situazione del genere.
I deputati maturano con una intera legislatura un vitalizio pari al 20 per cento della indennità, si poteva, ad esempio, prevedere che il vitalizio fosse maturato nella misura dell’un per cento per ogni trimestre, arrivando quindi allo stesso 20 per cento nel caso di durata piena della legislatura. La legislatura dura infatti 5 anni, pari a 20 trimestri. In questa maniera i deputati, oggi, avrebbero già maturato il diritto ad un vitalizio pari al 14 per cento della indennità e subirebbero molto meno le sirene di chi cerca di convincerli a tenere in vita questo governo per un altro anno e mezzo.
Ma a prescindere dalla soluzione scelta per affrancare i deputati e, incidentalmente, per rispettare il vincolo costituzionale che vieta il cosiddetto vincolo di mandato è l’approccio generale quello che è da rivedere. I tagli fatti a furor di popolo, usando i sondaggi d’opinione e non il cervello sono destinati, spesso, troppo spesso, a creare di questi mostri.
Meglio quindi sedersi un attimo e ragionare su ciò che si fa e su come lo si fa, prima di adottare soluzioni peggiori dei mali che si vorrebbero guarire.

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