martedì 17 aprile 2012

Fallimento Grecia. I risparmiatori traditi non gettano la spugna

Un gruppo di quei risparmiatori italiani che hanno subito nelle loro tasche, ed in qualche caso nella loro vita, la durissima ristrutturazione del debito che ha fatto seguito al fallimento greco ha deciso di non gettare la spugna e, dopo essersi costituiti in comitato, ha deciso quindi di adire le vie legale per cercare di difendersi dagli effetti dello strambo fallimento ‘a geometria variabile’ della Repubblica ellenica.

Il fallimento greco, è sempre opportuno ricordarlo, ha infatti previsto oneri differenti per le varie tipologie di investitori, tenendo esclusi da ogni perdita alcuni fortunelli con la voce abbastanza forte, come ad esempio la BCE, e caricando tutte le perdite sulle spallucce di chi quella voce non la aveva e non la ha avuta fino ad oggi.
Inoltre, e forse più grave, Atene ha stabilito un pericolosissimo precedente in base al quale un paese può fallire restando libero di decidere a chi pagare il dovuto o quanto pagare del dovuto, in base a criteri a dir poco sfuggenti; un principio che potrebbe tenere lontani gli investitori privati dai debiti pubblici dei paesi periferici avvitando così lo stock del debito in una spirale senza fine in cui gli investitori scappano dal paese che potrebbe fallire con il risultato di mettere il paese di turno di fronte a rendimenti crescenti e crescenti difficoltà.
La questione al momento è stata seguita con poca attenzione dai media, cui potrebbero essere sfuggiti i reali termini della questione, tanto che non è impossibile leggere o ascoltare riferimenti al fallimento della Grecia in termini di ‘salvataggio’ o ‘ristrutturazione del debito’.

Anche da parte politica si deve però ammettere che il fallimento greco, al momento, è sfuggito quasi completamente ai riflettori e tutto sembra essersi limitato ad una interrogazione parlamentare a firma degli onorevoli Boccia del Partito Democratico,  Corsaro del Popolo della Libertà e altri cui ha dato risposta in aula il dottor Polillo nella sua veste di sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze.
Una interrogazione alla Commissione e al Consiglio Europeo per sollecitare l'intervento delle istituzioni europee a tutela degli investitori e dei piccoli risparmiatori, presentata dall'eurodeputato Carlo Fidanza del Ppe, non ha invece ancora trovato risposta.
Il neo costituito comitato  http://risparmiatorigrecia.blogspot.it ha quindi identificato un noto studio legale milanese “per valutare ed instaurare ogni azione utile alla tutela dei risparmio, in sede giudiziaria, amministrativa e politica”.
Particolarmente interessante potrebbe poi risultare l’attività di “coordinamento con le iniziative analoghe oggi oggetto di discussione tra gli analoghi gruppi di risparmiatori che si sono costituiti in altri paesi europei” per riuscire a creare quella massa critica che costringa le autorità greche e, soprattutto, europee a ridiscutere in qualche modo la questione.

1 commento:

  1. Ho inviato la seguente nota all'On.le Francesco Boccia e all'On.le Massimo Corsaro il 7 aprile 2012:

    Grazie dell’attenzione e dell’impegno politico-parlamentare verso i risparmiatori italiani che posseggono titoli di Stato della Grecia ed in particolare verso quelli che, a ragione, non hanno aderito allo swap imposto dalla stessa Grecia, sotto dettatura e compiacimento di organi comunitari e FMI, in maniera arrogante, subdola e legalmente scorretta.

    Con ciò risulta compromessa la fiducia in titoli emessi in euro da Paesi dell’“area euro”, si azzera il valore delle legislazioni nazionali sulla tutela del risparmio e si crea un pericoloso precedente per l’intera Unione europea.

    Un grazie sentito da tutti i risparmiatori italiani danneggiati dalla “ristrutturazione-truffa” dei titoli della Grecia, in particolare da quelli che hanno detto esplicitamente “no” allo swap.

    Grazie, ne sono convinto, anche da parte di tutti i risparmiatori dell’Europa comunitaria perché, come l’On.le Boccia ha sottolineato in sede di replica all’interpellanza parlamentare n. 2-01420 del 5 Aprile 2012, “la vicenda greca ha fatto da apripista e potrebbe diventare un meccanismo che porta poi gli stessi mercati a non fidarsi più dei Paesi membri dell’Unione europea in difficoltà (e l’Italia è ben interessata alla circostanza), perché questa vicenda dimostra che anche un Paese membro dell’Unione europea, quindi un Paese con l’euro, potrebbe non ripagare i propri creditori”.

    Aggiungo che alcune banche, soddisfatte per la soluzione del loro specifico problema -finanziamento BCE di 1.000 miliardi di euro all’uno per cento per tre anni - in questi giorni, con sospetta solerzia ed in gran silenzio, hanno cancellato dai conti deposito dei propri clienti i titoli della Grecia preesistenti ed inserito, al loro posto, un numero imprecisabile e fuorviante di nuovi titoli di ridotto ammontare nominale (abbattimento da swap) e scadenza (anche 2042) rivenienti dalla “fantomatica, unilaterale, non concordata, legalmente scorretta ristrutturazione” del debito della Grecia.

    Tutto questo, senza alcuna informazione preventiva sull’operato della banca a valere sui conti di deposito dei clienti interessati e dopo l’esplicito diniego da parte degli stessi della volontà di aderire allo scambio arbitrario e penalizzante di titoli ellenici.
    Anche in questo caso si registrano violazioni di principi base di correttezza e rispetto nella gestione di conti e posizioni di singoli clienti, violazioni che richiedono di essere vagliate e perseguite.

    On.le Boccia, On.le Corsaro, di nuovo grazie da parte di tutti i risparmiatori-sottoscrittori di titoli della Grecia per tutto quello che fate, e che auspicabilmente farete, nel loro interesse ma innanzitutto nell’ottica della difesa “costituzionale” del “bene risparmio".

    Sàntolo Cannavale

    http://www.santolocannavale.it/default/articoli_dettagli.asp?id=1822

    RispondiElimina