martedì 10 aprile 2012

Spagna e Grecia. Stesso male, stessa cura, stessa fine?

Non ha tirato il fiato un attimo lo spread, arrivando a far segnare nuovi livelli d’allarme.
A far preoccupare oggi è soprattutto la Spagna che ha rivisto il differenziale di rendimento tra i propri titoli e quelli di nazionalità tedesca arrivare a far segnare livelli prossimi ai 430 punti con rendimenti annui che sfiorano il 6 per cento. Il titolo italiano a pari scadenza mostra uno spread che sfiora i 400 punti base con rendimenti intorno al 5,60 per cento.
Ma la ragione principale della preoccupazione risiede nella tendenza spagnola ad accettare la teoria della Commissione europea del rigore ad ogni costo.

Una teoria chiaramente auto mutilante che ha già prodotto una manovra finanziaria da 27 miliardi di euro presentata dal governo iberico appena lo scorso 30 marzo cui si aggiungono le nuove misure annunciate ieri dall’esecutivo spagnolo che dovrebbero far risparmiare a Madrid altri 10 miliardi di euro con tagli, che novità, nei settori della salute e dell'educazione.
E chiaramente preoccupante è anche la positiva accoglienza data a questa nuova ondata di tagli dalle autorità europee; Amadeu Altafaj, portavoce del commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, in conferenza stampa dichiara che le misure ‘sono accolte con favore dal commissario Rehn' e dall'Unione europea’ favore assegnato alla mera esistenza della parola ‘tagli’ visto che lo stesso portavoce afferma che 'non abbiamo ancora i dettagli' del pacchetto anti-crisi e 'non abbiamo ancora un quadro generale del budget spagnolo'.
Mentre il portavoce dell’esecutivo europeo, Olivier Bailly, ha affermato che questi ulteriori tagli confermano ‘la determinazione del governo spagnolo a mettere in opera le riforme strutturali necessarie e a limitare il deficit pubblico di quest'anno al 5,3% del Pil, per poi rispettare l'impegno di raggiungere il 3% nel 2013’.
Tuttavia, i tagli sono solo una parte degli elementi che la Commissione utilizzerà per valutare l’efficacia delle politiche di rigore che la Spagna imporrà ai propri cittadini, Bruxelles infatti attende entro la fine del mese tre elementi importanti: i bilanci specifici delle Regioni spagnole, il programma delle riforme strutturali ancora da attuare e il programma di stabilità, che la Spagna presenterà ai partner dell'Unione nell'ambito della sorveglianza multilaterale di bilancio.
In più il 23 aprile verranno pubblicati, a cura di Eurostat, l'Ufficio statistico dell'Ue, dati "indipendenti e consolidati" sul Pil della Spagna e degli altri 26 Stati membri.
Speriamo solo che non ci sia ancora in giro qualche ingenuo che riesca a stupirsi di dati sul Pil molto negativi dopo politiche di bilancio estremamente depressive.

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